Monday 28 July 2014

Financial district & Lady Liberty (day 3, a.m.)

16 Giugno 2014 a.m.

La mattina è iniziata con una breve seduta di shopping compulsivo, giustificata dal fatto che il mio adorato consorte, dopo il tour de force del giorno prima, necessitava con una certa urgenza un paio di scarpe nuove, possibilmente comode e adatte alle lunghe camminate.
City Hall Park Manhattan


Approfittando quindi della sua vicinanza a Ground Zero, ci siamo recati nel famosissimo centro commerciale "Century 21" dopo abbiamo finito per acquistare ben tre paia di scarpe a testa!
Siamo dunque partiti alla scoperta del quartiere finanziario, che, come molti altri angoli della città, ci è apparso come un cantiere a cielo aperto!




Non c'è angolo o strada che non siano occupati da gru, camion che scaricano materiali da costruzione, operai, martelli pneumatici in azione. E' un eterno work in progress.
Da appena un mese hanno inaugurato il museo dedicato all'11 Settembre, e davanti ci sono file chilometriche.
Ammiriamo l'esterno del nuovo World Trade Center, che aprirà al pubblico nel 2015.







Scartiamo la gente in fila sotto il sole e ci soffermiamo piuttosto sulle enormi fontane che costituiscono il memorial dedicato alle vittime degli attacchi terroristici, commoventi nella loro spartanità: sono due grandi vasche ai cui bordi sono incisi i nomi delle vittime e da cui cui lati l'acqua scorre a cascata e si perde nel buco del fondo, in un simbolico "panta rei".






Passeggiamo per le vie del Financial District e arriviamo alla Trinity Church, anch'essa parzialmente ricoperta da impalcature. I "lavori in corso" imperversano in ogni dove.



Raggiungiamo Wall Street da una via laterale nel rumore costante dei martelli pneumatici e giungiamo davanti alla Federal Reserve (dove, prima di partire, avevo provato invano a prenotare la visita), lo Stock Exchange e, qualche strada più in là, il Bowling Green Bull.






Ci spostiamo poi verso Battery Park, da cui si prendono i battelli per Liberty ed Ellis Islands. Siamo impressionati dalle file chilometriche e dalla quantità di controlli anti-terrorismo. Ci eravamo illusi che il nostro City Pass ci esentasse dalle file, ma evidentemente non è così.
Ci immettiamo nell'enorme serpentina umana che ci conduce prima al controllo ai raggi X delle borse, e infine all'imbarco. Decidiamo, considerata la quantità di gente che attende di essere imbarcata in entrambe le isole, di non scendere affatto dal ferry boat, e questa si rivela una scelta azzeccata: del resto, la vista meravigliosa sulla baia di Manhattan che si gode dal battello ci è già sufficiente.




Concluso il giro (che ha compreso un numero spropositato di foto di Lady Liberty) passeggiamo per il Battery Park, dove, in un'aiuola, facciamo la conoscenza di un grosso uccello, simile a un magro tacchino, che poi abbiamo scoperto essere Zelda, una tacchina selvatica ormai stanziale in quel parco.



Da strani uccelli a strani esseri umani che popolano Battery Park: mentre scendevamo dal ferry boat la nostra attenzione è stata attratta da due singolari individui: una ragazza in bikini, sdraiata come se nulla fosse su un asciugamano proprio all'attracco del battello, e un uomo a poca distanza, supino su una panchina con all'orecchio una grossa cornetta telefonica. Avranno fatto parte di un'istallazione? Mah!


Comunque alle stranezze della popolazione newyorkese dovremo farci l'abitudine (un'altra è ad esempio quella della ragazza che girava per Central Park con un serpente in braccio).

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